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L'esperienza non è ciò che accade a un uomo.
E’ ciò che un uomo fa di ciò che accade.
(Aldous Leonard Huxley)

Mia madre: “Ma non ti annoi a ripetere tutte le sere le stesse battute? Sempre lo stesso spettacolo?!”
Quante volte ho sentito ripetere questa frase. E quante volte ho dovuto verificarla sul campo. E ancora quante volte ho visto attori scambiarsi battute in automatico o al contrario vivificarle ogni sera, sorprendendosi e sorprendendo il pubblico.
Abbiamo già sottolineato come tanti pedagoghi teatrali hanno basato i loro studi e le loro metodologie sulla necessità di ritrovare l’impulso, quella condizione primaria istintiva che permette agli attori di reagire spontaneamente all’azione scenica con l’intento di perseguire la verità. Vivere come vera una circostanza immaginaria, questa è la definizione che utilizziamo per definire il lavoro dell’attore. Quindi materializzare ogni sera quel processo di azione-reazione che rende spontanea la vita, evitando qualunque forma di automatismo.
Quale lavoro apparentemente ripetitivo, recitare impone la necessità di ritrovare ad ogni replica i meccanismi che regolano il nostro vivere quotidiano. Innanzi tutto: quale è l’obiettivo del mio personaggio? Vivendo quale relazione può egli perseguire l’obiettivo prefissato? Come cambia il mio personaggio se raggiunge quello che vuole?

Sogni e Bisogni per comprendere cos’è importante
C’è sempre un traguardo verso cui tendere che regola l’agire del mio personaggio a qualunque livello, sia esso materiale o intangibile. Tanto più è urgente, tanto più è fermamente radicato in una necessità profonda che lo identifica. Il suo sistema di valori è quel “ground” di sogni e bisogni che raccontano quello che è importante per lui. In base a quel sistema egli sceglie gli obiettivi da raggiungere. Nel perseguire i suoi obiettivi egli si troverà a intrecciare una rete di relazioni e interazioni che potranno aiutarlo nel suo scopo o ostacolarlo. E infine per raggiungere il suo obiettivo il mio personaggio avrà dovuto forse trasformare qualcosa in sé, trovando nuovi significati e un’identità rinnovata.
Questo è un processo straordinariamente dinamico. Pur emulando un’ordinaria quotidianità, l’attore ancora una volta, stando nel processo, senza dare per scontato che ad una battuta ne seguirà un’altra, sarà costantemente stimolato a tradire ogni noioso automatismo di un lavoro apparentemente ripetitivo, rendendolo denso di autentica creatività.
E ancora questo studio del percorso del personaggio in un copione non richiama in maniera più generale il cammino che l’individuo percorre quando affronta una sfida?

Cosa vuol dire essere creativi
La ricerca del personaggio, proposto da Marta, mi ricorda un aspetto centrale nel mio lavoro di Coach e Trainer: la ricerca delle risorse creative ed espressive delle persone in un percorso di crescita personale. Tante volte, in aula o durante i colloqui individuali, chiedo ai partecipanti di esplorare le proprie capacità espressive e creative per rispondere in modo flessibile, spontaneo ed autentico alle sfide o ai momenti di cambiamento. Le risposte che frequentemente sento sono: “ma io non ne ho, non sono creativo, non ho questa capacità”.

Ma cos’è la creatività?
Un modo di pensare diffuso è che creatività faccia riferimento soltanto al mondo dell’arte, dipingere, scrivere, comporre…
Io credo che la creatività vada al di là di quello che crediamo. Credo che la capacità di creare abbracci molti aspetti della vita e superi le categorizzazioni che facciamo. Mettiamo spesso etichette, agli altri e a noi stessi, che ci limitano, ci mettono in una gabbia che blocca la possibilità di essere o fare qualcosa di nuovo o di diverso.
Partendo da una delle possibili definizioni, creatività vuol dire avere un particolare attitudine verso una capacità o abilità. Ma è anche la voglia di sperimentare, di cercare, di rimanere aperti e flessibili; è la voglia di allenare la nostra mente a scegliere una serie di strategie che permettano di osservare, sperimentare, immaginare, leggere, ascoltare. Di essere creativi appunto.

La creatività è collegata alla visione.
Voglio focalizzarmi, ora, su un aspetto importante della creatività. La connessione tra visione e creatività. In termini di crescita personale è importante definire la propria direzione. Uno dei quesiti più sfidanti che ciascuno si trova di fronte è: chi voglio essere? Identificare l’obiettivo di lungo termine che vogliamo raggiungere vuol dire identificare cosa vogliamo fare nella vita e nel lavoro.

Quale eredità vogliamo lasciare? Cosa voglio generare per me e per gli altri intorno a me?
La visione è raccontare, a noi stessi e agli altri, la meta che vogliamo raggiungere e la strada che vogliamo percorrere. Quando ho chiaro tutto questo, riesco ad affrontare gli impegni quotidiani, le sfide, i cambiamenti, le difficoltà con maggiore consapevolezza e chiarezza. La visione ci offre l’opportunità di valutare le nostre scelte da una prospettiva più ampia. In altre parole, visione vuol dire creare una mission personale. Quando allineiamo comportamenti, scelte ed azioni alla nostra visione il nostro potere personale aumenta incredibilmente. Aumenta la capacità di metterci in azione e di coinvolgere tutti intorno a noi.

Come costruire la visione personale
Partendo dai propri valori personali. I valori raccontano cos’è importante per noi, senza se e senza ma. La visione ha il grande valore di essere fatta di valori. La visione genera energia, motivazione, determinazione e coraggio.

La visione è il futuro che ci viene incontro.

Marta propone 3 domande per il lavoro dell’attore sul personaggio:
– Qual è l’obiettivo del mio personaggio?
– Vivendo quale relazione può egli perseguire l’obiettivo prefissato?
– Come cambia il mio personaggio se raggiunge quello che vuole?

Partendo da questo, io propongo 3 domande per iniziare a costruire la propria visione:
– Chi voglio essere tra 10 anni?
– Quali risultati ho conseguito?
– Quali aspetti ho cambiato o migliorato di me che mi hanno permesso di raggiungerli?

Dedicatevi del tempo, scegliete un posto solo per voi, scegliete una musica che vi piace e rispondete a queste domande. Altre ne verranno. E man mano tutto diventerà più chiaro.

Sei pronto a costruire la tua visione?